Quando Soriano fece vincere uno stadio alla Sorianese

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Nessun sorianese amante del calcio potrà mai dimenticare l’inizio degli anni ’90, quando la Sorianese nel giro di pochi anni sfiorò il passaggio in Serie D, traguardo raggiunto dopo poco più di un decennio. Ci riserveremo però questa storia per un’altra occasione, soffermandoci con più attenzione su un evento che tutti ricordano proprio perché tutti ne sono stati artefici: la vittoria del Torneo Acqua Vera e la vincita di uno stadio. La stagione 1990/1991 rappresentò per il calcio dilettantistico un’annata importante, con il campionato di Eccellenza che l’anno successivo avrebbe visto il proprio natale. La Sorianese in quella stagione partecipava al campionato di Prima Categoria regionale, con Di Giovanni alla guida tecnica e Felice Siena alla presidenza, che grazie al considerevole contributo della famiglia Cecchetti in quel periodo fece sognare i tifosi rossoblù. Nonostante il primo posto in classifica ed il conseguente passaggio a quella che fino ad allora era stata la serie A regionale, il post campionato della Sorianese rimase impresso nei ricordi di molti tifosi rossoblù e non per la vittoria di questo prestigioso Trofeo.
Tramite il “Trofeo Acqua Vera”, la società produttrice di acqua minerale, aveva l’obiettivo di promozionare il proprio prodotto in un’operazione che sembrava essere decisamente vincente, ma che si dimostrò poi un vero e proprio fiasco per tutte le società che ne presero parte. La partecipazione al Trofeo era legata alla quantità di bollini che ogni società riusciva a raccogliere, e per la Sorianese fu determinante l’aiuto della popolazione, strettamente unita con un unico obiettivo, comprare e bere solo Acqua Vera. In base alla categoria di appartenenza, le società partecipanti furono divise i tre mini gruppi ed ogni formazione avrebbe disputato almeno due partite. Nella prima gara del mini torneo la Sorianese riuscì ad avere la meglio dopo i tiri di rigore sulle “Saline Volterra”, ma a seguito della sconfitta nello scontro successivo contro la Robur Scandicci veniva precluso il passaggio del turno. La preparazione e la maestria dei dirigenti rossoblù però furono in questo caso determinanti, con la stesura e la presentazione di un ricorso ad hoc che metteva in evidenza un errore tecnico dell’arbitro, complice anche la poca chiarezza del regolamento, reo di aver fatto svolgere erroneamente i tempi supplementari al termine dei 90 minuti. Il Giudice Sportivo diede ragione alla Sorianese ed ordinò la ripetizione della gara e la seconda volta i rossoblù non fallirono, riuscendo ad imporsi sulla Robur per 1-0. Fu di fatto l’unica partita che fu vinta nei 90 minuti, con le altre tutte decretate ai tiri di rigore. Nella semifinale fu la Vis Gallipoli a doversi inchinare all Sorianese (3-1 dtr) ed in finale fu la volta della Casalese, battuta per 6-5 dtr ed in vantaggio sui rossoblù fino al quinto tiro di rigore. Iniziò così la festa, con lo Stadio dei Marmi a fare da sfondo alla galoppata della Sorianese, vincitrice di quello stadio che però non fu mai costruito. Nel novembre del 1991 infatti venne posata la prima pietra di quello che sarebbe dovuto diventare lo Stadio “Paolo Valenti”, in onore appunto del giornalista sportivo venuto a mancare appena un anno prima. L’Acqua Vera però non onorò mai l’impegno preso ed il miliardo di lire promesso fu diviso tra le tre vincitrici dei mini tornei, che riuscirono a farci ben poco.
Lo stadio non fu mai costruito, ma quello che conta è che questa iniziativa ha permesso ai sorianesi di dimostrare quanto siano uniti se l’obiettivo è comune e se di mezzo, qui ne andiamo fieri, c’è la Sorianese. Poche righe che raccontano una grande storia che speriamo vi abbia appassionato quanto noi.

La cerimonia di premiazione